sabato 8 aprile 2017

Domenica delle Palme 2017


Liturgia del giorno: Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mt 26,14-27.66.

Una settimana prima della Pasqua i credenti festeggiano la Domenica delle Palme. In questo giorno ricordano l'ingresso di Gesù a Gerusalemme, ingresso ricolmo di gloria e di umiltà. Il popolo accoglie Gesù come un re, con esclamazioni di gioia e portando in mano rami di palma. 

Il vangelo dice che "la città tutta fu in agitazione" (Mt 21,10), ma questo re non ha alcun potere se non quello dell'amore, non dona nulla se non libertà e gioia, non chiede nulla se non questo stesso amore e questa stessa libertà. "Ecco il tuo re viene a te, mite" (Zc 9,9). Questo testo del profeta Zaccaria è citata dal vangelo (Mt 21,5) e questa stessa profezia è letta durante la liturgia della Domenica delle Palme. Proprio in quest'incontro tra l'umiltà e la sovranità, tra il potere e l'amore, tra la gloria e la libertà, risiede il significato eterno di questo evento evangelico e insieme di questa festa. 

Come allora, anche il mondo attuale esalta il dominio, il potere, il successo, il conflitto. Allora come adesso, ciascuno vuol regnare sull'altro, comandare, dirigere, esaltare il proprio potere. "I re delle nazioni dominano su di esse, dice il Signore, e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere fra voi". (Mt 20, 25-26) […]

Gesù avanza verso Gerusalemme; è il Signore povero, che non ha pietra ove posare il capo. Invia due discepoli perché gli conducano un asinello, sul quale si siede: ed è qui tutto il suo trionfo, tutta la sua gloria. Gli vengono incontro folle immense e tutta la città risuona dei saluti tradizionalmente riservati al re "Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!" (Mt 21,9) […]

Con quelle parole i presenti promettono di essere fedeli all'unico re e all'unico regno, promettono di essere fedeli alla libertà, alla verità e all'amore che egli ha annunciato, o più semplicemente riaffermano e annunciano la libertà divina dell’uomo.

La Domenica delle Palme è la festa del regno di Dio che ha cominciato a manifestarsi. Certo, sappiamo che dopo la luce e la gioia di questo giorno, dopo questo trionfo e questa gloria ci immergeremo nella tristezza e nelle tenebre della Settimana Santa. Il potere non dimenticherà e non perdonerà il trionfo di Cristo, lo condannerà a morte e farà di tutto per estirpare anche l'ultimo briciolo del suo terribile insegnamento, perché gli è insopportabile il suo appello alla libertà, all'amore e alla verità.

La Domenica delle Palme è "anticipazione della croce", come proclama un canto di questa festa, ma noi sappiamo già dal profondo del Venerdì santo, sulla via del Golgota, mentre il Cristo sta andando verso la sofferenza e la croce, ci giungono le sue parole: "Padre, l’ora è venuta: glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te" (Gv 17,1-2).

A. Schmemann 

Foto Provincia Italiana di sant'Antonio



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